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Mariaraffaella Ferri

Non solo mimosa

Fra le iniziative pedagogiche che riguardano chi sconta una pena nel carcere della Dozza vi presentiamo un progetto dedicato alle donne detenute, che patiscono una doppia sofferenza [vai qui per leggere il documento]

mariaraffaella-ferriOccorre partire dal titolo per spiegare il Progetto “Non solo mimosa”, l’iniziativa collettiva dedicata alle donne detenute presso la Casa Circondariale della Dozza, che ha preso avvio nell’ottobre scorso.

L’idea nasce dalle visite istituzionali che come Presidente della Commissione consiliare delle Elette, insieme alla Presidente del Consiglio e alla Garante comunale per i diritti delle persone private della libertà, fin dall’inizio del mandato amministrativo abbiamo voluto promuovere in occasione delle celebrazioni per l’8 marzo, giornata internazionale della Donna, e del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle Donne.

Inizialmente si è trattato di un segno d’ attenzione – a nome della città – alle donne che stanno in carcere, le detenute in primis e a tutte le operatrici che a vario titolo vi lavorano ma, dall’incontro con le persone e dall’ascolto delle loro storie, ben presto si è voluto trasformare il gesto simbolico – il dono della mimosa – in segno concreto, in un’azione di vicinanza reale e contributo solidale a quel percorso riabilitativo che ogni persone in trattamento penale dovrebbe poter fare, in vista del proprio reinserimento sociale.

Uno degli aspetti che più colpisce entrando nella sezione femminile del carcere è la percezione della “doppia carcerazione e della doppia sofferenza” delle donne detenute: alla pena della privazione della libertà, come bene primario, si aggiunge per loro quella della separazione lacerante dai figli e dagli affetti familiari; per le donne il carcere, nonostante i numerosi tentativi di umanizzazione, è e resta un’istituzione totale concepita principalmente per uomini (come le caserme), con regole – esplicite e implicite – rigide e predeterminate, perlopiù finalizzate a contenere l’aggressività e la violenza interna ma che poco concedono alla dimensione relazionale ed emozionale tipicamente femminili.

Le donne si sentono rinchiuse non solo nel perimetro fisico, ma anche psicologico e umano e quando sono mortificate nella propria identità, cadono facilmente in stato di depressione, manifestando regressione, angoscia e chiusura in sé.

Sono circa una sessantina le donne detenute alla Dozza: molte sono straniere, dalle diverse provenienze, spesso con scarsa o nessuna conoscenza dell’italiano e prive di riferimenti esterni significativi; alcune sono senza fissa dimora o nomadi, altre hanno vissuti di tossicodipendenza; se madri, il pensiero più ricorrente è ai figli, piccoli o grandi che siano; ciascuna ha la propria storia e il proprio vissuto ma quasi tutte sono accumunate da percorsi di marginalità e povertà di risorse e di opportunità.

Obiettivo, risultati, futuro

Il Progetto “Non solo mimosa” ha inteso agire proprio nell’area del benessere femminile, della salute e della buona qualità della vita delle donne in carcere. Per questo sono state coinvolte associazioni, gruppi formali e informali, singole donne, perlopiù senza alcuna esperienza della realtà carceraria, che generosamente si sono rese disponibili a realizzare, in forma volontaria e gratuita, attività e opportunità formative in particolare sui temi della relazione e degli affetti, la cura di sé e degli altri, il benessere psicofisico, la gestione delle emozioni.

L’obiettivo, fino a oggi raggiunto, è stato quello di garantire una presenza settimanale presso la sezione femminile, con un’offerta articolata e diversificata di percorsi a cui le donne detenute potessero liberamente iscriversi in base ai propri interessi e propensioni. Sono stati già realizzati moduli integrati di Yoga e Shiatsu, sulla conoscenza e percezione del corpo e delle proprie sensazioni; il laboratorio “Dalla testa ai piedi”, basato su tecniche di rilassamento guidato, di auto massaggio e riflessologia plantare; il corso sulla comunicazione assertiva è stato promosso dall’Associazione Meg (Medicina europea di genere) che ha lavorato sull’acquisizione di consapevolezza delle proprie modalità di relazione, sulla gestione dei conflitti e dei sentimenti. Attualmente è in corso il laboratorio Album della vita, condotto da psicologhe esperte in arte terapia, che sviluppa narrazione biografica attraverso il linguaggio analogico e non verbale. Altri moduli sono in fase di programmazione ma la ricerca di nuove collaborazioni e disponibilità è sempre aperta e continuativa.

Lo sviluppo progettuale è accompagnato da un gruppo di coordinamento che periodicamente s’incontra per condividere successi e problematiche, programmare la sequenza degli interventi, fissare gli obiettivi successivi e coinvolgere i nuovi volontari.

Di fondamentale importanza è stato il sostegno costante e attivo della Direttrice della Casa circondariale e del Direttore dell’Area educativa che hanno agevolato e facilitato la complessa gestione delle procedure per l’autorizzazione all’ingresso e il lavoro in struttura dei volontari.

Molto è stato fatto e ancor di più è quello che resta da fare. In particolare si vorrebbe costruire, a un anno dall’avvio delle attività, un’occasione pubblica per presentare alla Città il progetto e i risultati ottenuti. Se così sarà, confidiamo che il Mosaico voglia ancora ospitare, così come ha già fatto in questo numero, un articolo informativo su Non Solo Mimosa.

Mariaraffaella Ferri

Moduli di attività del progetto “Non solo mimosa”

Laboratorio integrato Shiatsu e Yoga (percorso integrato di Yoga e Shiatsu: conoscenza e percezione del corpo e delle proprie sensazioni) 5 incontri di 2h – Ottobre/Novembre 2014 – Tecniche di rilassamento guidato – esercizi di percezione del respiro – Krya: movimenti guidati dal ritmo del respiro – Asana: posture statiche – Vinyasa: brevi sequenze dinamiche – pratiche di concentrazione e meditazione – sequenze di trattamento da svolgersi in coppia per alleviare le tensioni del corpo e per rilassarsi – tecniche di automassaggio – esercizi per il trattamento del corpo.

Laboratorio dalla testa ai piedi (Percorso integrato di Shiatsu e podologia: conoscenza e percezione del corpo e delle proprie sensazioni) 4 incontri di 2h – Novembre/Dicembre 2014 – Tecnica di automassaggio (Do-In) – Esercizi allungamento – Brevi sequenze di trattamento Shiatsu da svolgere in coppia – Trattamento della testa – Esercizi di ginnastica facciale – Massaggio del piede con conoscenza delle principali aree riflesse. – Esercizi per scioglimento del piede – Tecniche di rilassamento: respiro e meditazione.

MEG (Comunicazione assertiva) 6 incontri di 3 h – Gennaio/Febbraio 2015 – Acquisizione di consapevolezza delle proprie modalità comunicative – Apprendimento dei principali concetti della comunicazione assertiva – Individuazione e risoluzione delle principali dinamiche di conflitto – Sviluppo delle proprie modalità relazionali

Laboratorio “Album della vita” (Elaborazione del percorso di vita attraverso il linguaggio analogico, artistico e non verbale) – 8 incontri di 2 h – Marzo/maggio 2015 – Creare uno spazio/percorso in cui i partecipanti prendono possesso della loro storia; Utilizzo del linguaggio analogico per evocare, senza spiegare, suscitando emozioni e meraviglia.

Laboratorio Video partecipato (Realizzazione di video documentario collettivo) – Acquisire competenze di utilizzo strumentazioni di videoregistrazione – ri- elaborazione di un processo di narrazione ed auto-narrazione dove far confluire storie, necessità e riflessioni sul significato del “tempo in carcere.” – In attesa di autorizzazione

UDI – Unione Donne in Italia (Percorso di sensibilizzazione su violenza di genere) – 4 incontri di 2 h – Ottobre 2015 – Conoscere per ri-conoscere la violenza di genere – Presentazione di testimonianze, passi letterari, fatti di cronaca, attraverso la lettura ad alta voce per consentire la trasmissione e il riconoscimento di parole, emozioni, stati d’animo, azioni e la condivisione di riflessioni individuali e collettive.
Documentazione fotografica (Lavoro fotografico sulle attività del progetto “Non solo mimosa”) In attesa di autorizzazione

Docufilm In attesa di autorizzazione – Raccolta di immagini sulle attività del progetto in vista di una mostra fotografica

UISP Comitato Provinciale di Bologna (Pratica motoria e sportiva) – 3 incontri settimanali di Yoga – attività autonoma che partecipa al coordinamento – Educazione corporea e motoria – Valorizzazione della dimensione ludica – Acquisizione di cultura sportiva

SOS il Telefono Azzurro Onlus (Supporto alla genitorialità rivolte alle madri detenute e ai loro bambini) – attività autonoma che partecipa al coordinamento – Progetto nido: promuovere lo sviluppo adeguato del bambino inserito in una situazione di detenzione. Supportare la relazione con la madre e favorire l’inserimento in strutture esterne. – Progetto ludoteca: supportare l’ingresso e la permanenza all’interno degli istituti del bambino e dell’adolescente che si recano ad incontrare il genitore/parente detenuto attraverso l’allestimento di spazi idonei e la presenza del personale volontario specializzato.

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