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Lorenzo Alberghini

Per una repubblica solidale

Sono sempre di più i cittadini che si spendono personalmente in meritorie attività civiche fuori dei partiti, ma che si scontrano di fatto, fra speranze e delusioni, contro un muro di sostanziale impermeabilità al cambiamento o illusioni salvifiche che evaporano al momento della verifica sul campo. Ciò non toglie che non ci si possa arrendere all’insuccesso senza provare e riprovare.

Lorenzo AlberghiniAll’indomani delle elezioni politiche possiamo certamente dire che l’Italia è entrata in una fase nuova, che a mio parere è una gemma appassita di terza Repubblica.
Il fenomeno Grillo era ampiamente prevedibile nelle sue dimensioni già da qualche anno. Purtroppo la sinistra, principale elargitrice di voti ai grillini, è stata incapace di immaginarsi e proporsi in modo diverso ed innovativo andando così a sbattere monoliticamente contro il muro di un consenso sparito da tempo. Il successo del Movimento 5 Stelle poteva essere ancora più elevato se lo stesso Grillo lo avesse voluto. Gli sarebbe bastato gestire i conflitti interni che sono stati ciclicamente causa di emorragie di partecipazione nei gruppi locali negli anni passati. Grillo ora non vuole vincere. Lo dimostrano le dichiarazioni di Casaleggio “non siamo pronti per vincere” e le scelte strategiche fatte all’indomani del voto che riducono il suo consenso a vantaggio dell’astensione.
Il problema vero è che il M5S fluttua liberamente perché attorno ha il vuoto pneumatico.
Grillo propone un’idea di società che precede tutti gli altri ed è così pericolosamente innovativa che non tutti la capiscono. Egli mira ad una trasposizione del mondo virtuale della rete nella vita reale, ed il suo messaggio trova coerenza nel porre internet al centro di ogni cosa.
Un elogio al caos?
Questo elogio al caos non credo che ci porterà a vivere in una società né più giusta né più libera dai fenomeni corruttivi che tanto frenano lo sviluppo del nostro paese.
Porre i cittadini direttamente davanti al potere decisionale sarebbe ideale se tutte e tutti fossero consapevoli ed informati. Ma la realtà purtroppo è un’altra.
Il rischio è che la democrazia diretta si trasformi, in mancanza di cultura civica e spirito di solidarietà, in uno sfogatoio facilmente manovrabile da pochi male intenzionati.
Non a caso Grillo è stato associato tra il serio e il faceto al duce. Alcuni infatti affermano che si è a rischio di totalitarismo quando i cittadini sono posti soli davanti al potere senza corpi istituzionali intermedi, ovvero quanto più sono messi in condizione di decidere direttamente del proprio futuro e di quello della società.
Questo è certamente vero ora in assenza di cultura e di uno spirito di solidarietà che fa delle persone le protagoniste di una comunità unita nella difesa dei diritti e dei doveri costituzionali.
Quindi se il vero valore della Democrazia viene espresso con l’equilibrio tra i poteri e quando la società è ricca di corpi intermedi, allora il modello Grillo può fare giustamente preoccupare non solo gli storici. L’unica sostanziale rassicurazione rimane la sua ineleggibilità secondo le regole che lo stesso Grillo si è dato.
Quale idea di società e di futuro propone invece la sinistra o quella presunta tale?
La risposta resta sospesa nel nulla, non esiste. Degna prova è l’attuale governo il cui fine vero è quello di preservare lo status quo di una classe dirigente che ha fallito e che continua imperterrita a sventolare lo spauracchio del “baratro” senza capire che l’abisso vero è quello etico che essa stessa ha scavato tra politica e cittadini. E’ un grido ‘al lupo al lupo’ sempre meno credibile.
Questi burocrati sono incapaci di leggere il presente e mancano dell’umiltà di far tesoro delle esperienze passate, attitudini necessarie per rappresentare al meglio la società nel prossimo futuro. Rimangono arroccati nella bassa politica fatta di ricollocamenti e trasformismi. Basta pensare a quanti bersaniani, anche illustri, si sono ritrovati ad essere renziani 24 ore dopo il voto.
Perché il principale partito che si dice di sinistra non accenna al fatto che siamo al “1989” del capitalismo, ovvero alla sua implosione?
Perché non osserva che esiste un corto circuito tra politica, economia e mondo sindacale che è esso stesso strumento di oppressione e sfruttamento? È un caso che tutti i segretari generali dei sindacati confederali abbiano fatto carriera politica e a quale prezzo per i lavoratori? Epifani docet, Landini si vedrà.
In questo desolante contesto non possono che replicarsi, nei partiti, nei movimenti e nei sindacati, i cloni ambiziosi delle vecchie gerarchie.
Ad esempio cosa c’è di veramente nuovo nella proposta politica di Renzi se non il semplice cognome del protagonista? Si rottama un “leader vecchio” ma la direzione, quella del liberismo, della finanza e della salvaguardia degli interessi delle banche private, rimane la stessa. Proprio per questo, per sopravvivere e perpetuarsi, il sistema di potere crea e sostiene questi finti rinnovatori, che sono in realtà esuberanti narcisi, veri attori di cabaret.
Come costruire una Quarta Repubblica
Quindi se le sorti della terza Repubblica saranno affidate nelle mani di Renzi, Barca (ministro del governo Monti), Cofferati (sindaco che inseguì le politiche leghiste degli sgomberi selvaggi e del manganello, la cui giunta ha avuto il merito di proporre l’inutile e dannoso People Mover e che lasciò Bologna ricattando il suo stesso partito pur di farsi eleggere all’europarlamento, ecc…), Vendola (promosso a leader nazionale come premio per aver causato l’ultima grande divisione della sinistra ed utile stampella delle peggiori politiche del PD) o di Grillo, allora cominciamo ad immaginare come costruire una quarta Repubblica sovrana in cui i poteri si rispettino e rimangano distinti. Una Repubblica solidale!
I singoli non bastano. Bisogna pensare al futuro in modo positivo ed organizzato proponendo un modello in cui i leader siano esclusivamente provvisori ovvero a tempo determinato, dove le varie anime di una sinistra lucida e coerente, senza rendite di posizione, possano liberamente esprimere il loro essere, evolvendosi verso l’obiettivo della salvaguardia dei Beni Comuni: sanità pubblica, scuola pubblica, lavoro, tutela dell’ambiente. Una società sovrana e solidale in cui non sia negoziabile la dignità delle donne e degli uomini, una società in cui tutti siano consapevoli che la povertà e la ricchezza sono convenzioni al pari del denaro e che nessun foglio di carta stampato o pezzo di metallo coniato possono valer di più di una vita degna di essere vissuta.
Lorenzo Alberghini

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