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Nives Zaccherini

Per vocazione coltiviamo benessere sociale

ANCeSCAO – Associazione Nazionale Centri Sociali e Orti – è un’associazione nata per la terza età con lo scopo di tenere gli anziani attivi e propositivi. In 25 anni gli iscritti dei centri aderenti all’associazione sono arrivati a 400.000. Abbiamo chiesto alla neo presidente provinciale di farci un quadro delle attività e delle prospettive di una realtà che contribuisce concretamente al bene comune.

Questo è anche il titolo dell’ultima assemblea nazionale ANCeSCAO del 26-27-28 ottobre scorso. Infatti ogni mattina, in centinaia e centinaia di centri sparsi per l’Italia, ci sono migliaia di persone che volontariamente, gratuitamente e in autogestione, aprono, tengono puliti, illuminati, arredati, curati, riscaldati e assicurati dei locali cui può avere accesso chi – comportandosi correttamente e con una tessera che costa 6 euro l’anno – voglia essere accolto benevolmente. Perché?

Perché la nostra vocazione è il benessere sociale. Questa è l’essenza delle motivazioni che ci muovono ogni giorno, impegnati a portare avanti attività e iniziative a favore della comunità. E quando i volontari dei nostri centri si impegnano, lo fanno col senso di libertà che nasce dalle scelte che coniugano la propria realizzazione con quella degli altri.

L’autogestione, pensata 40 anni fa, è una formula tuttora valida e innovativa.
Solo a Bologna e provincia abbiamo 115 centri autogestiti, con 50.000 soci. Alcuni sono grandi, con spazi che consentono di realizzare o ospitare numerose attività, altri sono di dimensioni ridotte, addirittura formati da soli due o tre ambienti. Tutti però hanno in comune lo stesso scopo: far incontrare le persone e far loro trascorrere in modo piacevole il proprio tempo libero.

Quali attività si fanno in un nostro centro sociale?

Se ne trovano:

  • di tipo ludico: tombola, burraco, altri giochi di società,
  • ricreative: balli, pranzi e cene sociali, gite, feste
  • culturali: letture, teatro, laboratori, incontri a tema, conferenze
  • per la salute: ginnastica posturale, memory training, tai-chi e altre discipline, corsi
  • progetti sociali: con bambini delle scuole materne, studenti di scuole medie, licei, istituti tecnici; con gruppi di persone in disagio psichico, fisico, sociale, anche nelle Aree Ortive.

Ma guardiamo più da vicino

Nel territorio bolognese, dove lo sviluppo dei centri è andato di pari passo con il loro aumento di permeazione nel tessuto sociale, le collaborazioni con le istituzioni, le attività ideate insieme ad altre associazioni, le coraggiose iniziative autogestite, hanno dato vita a progetti di grande respiro, come quelli vincitori dei concorsi e-Care Cup2000, dove decine di centri, capofila o partner, diventano fautori di partecipazione e recupero di anziani a rischio. I gruppi coinvolti nei progetti hanno incontri conviviali, momenti di comunicazione e informazione, attività utili al mantenimento delle capacità cognitive, iniziative rivolte alla valorizzazione del loro vissuto.

Tutto parte sempre dall’attenzione alle persone fragili, che solo fino ad alcuni decenni fa non erano considerate tali, ma le cose sono cambiate e ora è facile trovarsi esclusi, isolati, abbandonati, falsamente connessi agli altri. A qualsiasi età.

Perciò diventa più che mai importante far incontrare le generazioni, le diverse culture, le realtà organizzate sul territorio, per scongiurare il pericolo di chiudersi in sé stessi rimanendo vittime delle proprie paure, smarrirsi, quando invece è fondamentale conoscersi, confrontarsi, aumentare la fiducia in sé e negli altri, tenere viva la memoria dei valori fondanti della democrazia.

Il risultato sorprendente è però in termini di salute: le persone che frequentano i centri e partecipano alle attività pian piano recuperano fiducia, allegria, benessere e spesso smettono di prendere farmaci contro la depressione, l’insonnia, i disturbi digestivi, hanno meno bisogno di assistenza.

Riassumendo si fa grande lavoro di prevenzione, con un risparmio economico enorme per la collettività.

Questa è l’azione trasversale e i risultati che ambiamo nella nostra associazione.
Alcuni esempi li vediamo nelle attività solidali come i corsi di italiano per donne straniere, tenuti da ex insegnanti che con tanta accoglienza seguono donne, anche analfabete o quasi, fino a portarle a riuscire a comunicare nella nostra lingua. Da quando è iniziato, dieci anni fa, questo progetto ha coinvolto ben 2000 donne e centinaia di volontari, con un monte ore impressionante. Inoltre i loro bambini sono spesso seguiti in doposcuola.
Un altro esempio di impegno con successo lo troviamo nei tanti orti didattici, dove portiamo bambini e ragazzi nelle nostre aree ortive grazie a progetti con le scuole. Gli studenti possono così sperimentare la coltivazione e la raccolta dei prodotti della terra, imparando la costanza e l’impegno richiesti dai tempi dettati dalla natura, oltre ad approcciarsi ad una sana corretta alimentazione.

Poi ci sono Patti di Cittadinanza Attiva per la cura e la rigenerazione dei beni comuni dei quali i centri si sono fatti promotori: giardini e arredi urbani risanati, orti in cui si sono rifatti a cura dei volontari ortolani gli impianti di irrigazione e le recinzioni, rimozione di graffiti, recupero di spazi degradati.

Abbiamo un gruppo turismo a km.0, che porta gratuitamente i soci alla scoperta di tesori del territorio artistici e non solo, guidati da esperti (ora affiancati da studenti).

Ci si può dire soddisfatti, allora?

No, purtroppo ci sono molte difficoltà.

Una delle principali sono i costi da sostenere; infatti le strutture che ospitano i centri sono date in gestione dalle amministrazioni comunali con apposite convenzioni, ma spese di funzionamento e utenze preoccupano sempre.

Inoltre l’aumento dell’età pensionabile fa calare i volontari, che vi arrivano esausti e demotivati ad impegnarsi oltre. La cultura individualistica e consumistica dilagante poi fa il resto, alienando le persone che, anziché invecchiare con la consapevolezza di essere soggetti attivi della comunità, restano schiave della tv e dei consumi e si isolano egoisticamente (diventando poi i soggetti fragili di cui la società stessa si deve far carico).

Va aggiunta una sempre crescente complessità burocratica, la necessità di aggiornarsi continuamente con nuove tecnologie e competenze specifiche di carattere aziendale.

E’ facile imparare a fare un caffè, ad allestire o sgomberare una sala, a tesserare un nuovo socio; più difficile è gestire la contabilità, fare un bilancio sociale, rendicontare un progetto. E di volontari disponibili o capaci in tal senso è difficile trovarne!

Nives Zaccherini

Per contatti e informazioni: Ancesca0 – fb: Ancescao Bologna – mail coordprov.bo.segr@ancescao.it

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