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Iris Locatelli

Albero di Cirene: sette progetti per la promozione della persona

L’Albero di Cirene Onlus è un’associazione nata nel 2002 dall’esigenza di coordinare in maniera più unitaria i numerosi progetti che erano all’epoca portati avanti da diversi gruppi di volontari appartenenti principalmente alla Parrocchia di Sant’Antonio di Savena. L’essersi uniti in una Onlus ha dato maggiore autorevolezza e riconoscibilità alla loro attività sia a livello locale che nei confronti delle istituzioni. Da allora, come da statuto, l’Albero di Cirene continua a perseguire la “promozione e la valorizzazione della persona, in qualunque condizione essa si trovi”.

iris-locatelliNella realtà locale svolgiamo attività di assistenza alle persone che vivono in stato di emarginazione e disagio sociale, favorendo il loro inserimento nella società mentre all’estero sosteniamo progetti di sviluppo solidale. Lavoriamo quindi per promuovere il volontariato, la giustizia sociale e l’integrazione.

Al momento la nostra Onlus conta 7 progetti differenti che nascono tutti dal desiderio di condivisione con chi vive situazioni di difficoltà ed emarginazione e dall’ascolto delle loro necessità: l’attenzione al prossimo, agli ultimi, aiuta a non escludere nessuno e a far sentire tutti parte di una grande famiglia.

Il Centro d’Ascolto è il primo punto di contatto con le persone che si vogliono rivolgere a noi: persone sole, emarginate, anziane, straniere, la cui necessità primaria è di parlare con qualcuno disposto ad ascoltarle e dare consigli, suggerimenti e informazioni pratiche. Ogni anno incontriamo centinaia di persone che vivono situazioni di grande privazione a causa della mancanza di un impiego e di una rete sociale che li supporti. Cerchiamo di fornire un indirizzamento nella ricerca di lavoro e domicilio e un sostegno di prima necessità con la distribuzione di vestiario e beni alimentari. Ecco che l’incontro con persone disponibili all’ascolto diventa importante per sentirsi riconosciuti come persone, per riflettere insieme sul percorso intrapreso, per ragionare sulle scelte future, per utilizzare le competenze e la rete di risorse ecclesiali, sociali e del volontariato e provare a organizzare le forze di fronte a particolari difficoltà. Nell’ultimo anno abbiamo incontrato più di 700 persone facendo circa 1800 colloqui. Le persone incontrate provengono da 47 nazionalità diverse con un notevole incremento di italiani.

All’interno del Centro d’Ascolto è nata la Scuola di Italiano che è poi cresciuta al punto da diventare un progetto autonomo.

Sempre dal Centro d’Ascolto è nato il Progetto Aurora: i volontari si sono accorti di un bisogno specifico che meritava di essere trattato diversamente dai normali colloqui. Erano infatti molte le donne incinte e le madri sole con bambini piccoli che si rivolgevano al centro per avere qualsiasi tipo di aiuto: a partire dai semplici pannolini o vestiti per i figlio fino alla più complessa ricerca di un lavoro. E’ infatti molto problematico per queste donne cercare un impiego non avendo nessuno a cui poter lasciare i figli: spesso si tratta infatti di donne straniere che non hanno alcuna rete sociale che le possa sostenere. Ed è così che nasce il progetto Aurora, nome che simboleggia proprio la speranza che ogni nuova nascita porta nel mondo. Nell’ultimo periodo sono stati seguiti 17 nuclei famigliari con continuità per un totale di 27 bambini. Le nazionalità delle famiglie che abbiamo seguito e che tutt’ora seguiamo sono: Marocco, Tunisia, Romania, Nigeria, Camerun, Bangladesh, Egitto.

Un momento molto importante è stata la nascita di Casa Aurora: un appartamento messo a disposizione dell’associazione in cui hanno potuto abitare alcune delle famiglie che assistevamo. In questo progetto è molto significativo il legame che si è creato con il quartiere San Vitale e i servizi sociali.

Un altro progetto rivolto alle donne è il progetto Non sei Sola: dalla fine degli anni ’90 infatti ci occupiamo della lotta alla prostituzione coatta. Tutte le settimane i volontari si recano in diverse zone di Bologna, per strada, di notte, per incontrare le donne vittime della tratta, in particolare ragazze provenienti da Africa e est Europa, offrendo loro momenti di dialogo, di amicizia e – per chi vuole – di preghiera. In caso di richiesta, i volontari fungono da intermediari tra le ragazze e le istituzioni.

Casa Magdala è una struttura per l’ospitalità temporanea di quelle donne che, uscite dal giro, cercano di reinserirsi nella società; il supporto è garantito da alcune volontarie che vivono con loro. Al momento la Casa è diventata un luogo di accoglienza anche per donne richiedenti asilo politico in Italia, fuggite da situazioni tragiche nei loro paesi d’origine.

Un punto cardine dei valori che ci muovono è proprio la promozione del dialogo interculturale e la sensibilizzazione ai temi dell’integrazione e dell’accoglienza. E in questo l’Associazione ha avuto e ha un grande esempio nell’esperienza della Casa Canonica. Zoen Tencarari è il nome che è stato dato al progetto di ospitalità nella canonica di Sant’Antonio di Savena. Tutto è iniziato 20 anni fa da un’idea di Don Mario Zacchini (parroco di S. Antonio di Savena) che voleva aprire le porte della canonica a chi avesse bisogno di una casa e di una famiglia. Così studenti e lavoratori in difficoltà, stranieri e italiani, da allora vivono insieme a persone che desiderano fare vita di comunità intorno ai capisaldi di preghiera, tavola e accoglienza. Se si contano le persone che sono passate dalla casa in questi anni si arriva a più di 1000 tra italiani e persone provenienti da più di 50 paesi differenti e con credi religiosi differenti: una famiglia allargata grande quanto tutto il mondo.

Nel 2012 è nata poi una seconda casa Canonica presso la Chiesa di San Nicolò di Villola, abitata da una giovane coppia di sposi coi loro bimbi, e alcuni studenti e lavoratori. In seguito sono nate anche Casa del Nardo e Casa Marta dal desiderio di diverse ragazze di sperimentare uno stile di vita di comunità nel quotidiano.

Per completare i “rami” del nostro albero mancano due progetti.

Pamoja che propone esperienze estive di lavoro e di condivisione in Tanzania, Romania e Moldavia e sostiene (materialmente ed economicamente) micro-progetti di sviluppo sociale. Le esperienze estive di incontro autentico con altri stili di vita molto diversi dal nostro sono l’inizio di un impegno che continua al rientro, nella condivisione quotidiana della propria vita con il diverso e lo straniero.

Infine Liberi di sognare… una società oltre il carcere è il progetto che svolge diverse attività sia all’interno che all’esterno del carcere. In carcere curiamo l’animazione della messa e di un Gruppo di Vangelo. All’esterno del carcere, collaboriamo con i Magistrati di sorveglianza e i servizi sociali, per ospitare detenuti, in permesso o affidamento, nella casa canonica di S. Antonio di Savena. Partecipiamo inoltre a diverse iniziative per far conoscere la realtà del carcere nel territorio preparando incontri con la partecipazione di chi lavora all’interno della casa circondariale e degli stessi detenuti.

L’Albero di Cirene è condivisione, integrazione e reciprocità. E’ esserci per chi da solo non ce la fa. E’ operare per una società dove nessuno sia escluso e tutti abbiano l’opportunità di vivere in condizioni di dignità e giustizia.

Iris Locatelli

Sul sito de L’Albero di Cirene  troverete le indicazioni per chi volesse regalare il proprio tempo a uno dei nostri progetti o anche solo sostenerci con una donazione (che è deducibile dalla dichiarazione dei redditi). Su Facebook qui.

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